Haiku quota 200

 

Sessanta lune:
i petali di un haiku
nella tua bocca.
Edoardo Sanguineti

 

Il 4 maggio 2020 pubblicavo il mio primo haiku.
Ieri, 14 giugno 2021, sono arrivato a 200. (Sì, li ho contati tutti!)

Non so quanti ne abbiano scritti, in vita loro, i maestri Bashō o Issa: ma scriverne 200 per me ha rappresentato una sfida e soprattutto una discreta fatica.

In questi giorni sono andato a rileggerli.
Alcuni, soprattutto i primi, li ho trovati ingenui; altri ripetitivi (Excel in questi casi è impietoso). Alcuni invece mi sono piaciuti molto.

In fondo 200 è un numero come tanti, solo un po’ più tondo.
Per ha rappresentato un’occasione per fermarmi a pensare, dopo poco più di un anno di scrittura. Piacciono? sono capiti? sono troppo cerebrali? rischiano di apparire troppo semplici? continuo a scriverli? smetto?

Tante domande, e devo dire poche risposte.

La tentazione di smettere c’è stata, e forse c’è ancora.

Sicuramente ci sarà un rallentamento, dovuto a impegni degustativi che per più di un mese mi impediranno di raccontare sul social quasi tutto quello che andrò ad assaggiare.

Sarà anche un’occasione di profonda riflessione, anche se credo molto in questa forma di racconto del vino, come scrivevo qui.

Ma sarà anche un’occasione per leggere i commenti, le proposte e i suggerimenti che spero avrete la bontà di farmi.

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