Di acqua, ma non solo

“I miei libri sono la mia biografia. Della serie: le vite dei grandi uomini.”
(Ėduard Limonov)

 

Prendete Gabriele D’Annunzio, toglietegli un bel po’ di talento, fatelo nascere a Dzeržinsk – nella Russia centrale – nel 1943 e otterrete Ėduard Veniaminovič Savenko, in arte Limonov.

Sicuramente più famoso per la biografia scritta nel 1912 da Emmanuel Carrère che per i propri meriti artistici, Limonov è stato un personaggio indubbiamente affascinante; di quel fascino un po’ perverso che esercitano le personalità contraddittorie. Perché Limonov, oltre a essere scrittore (ne parleremo a breve) ha avuto una vita che a dire movimentata è dir poco. Vi lascio il divertimento di scoprirlo da soli, per ora vi basti sapere che il suo pseudonimo significa sì “limone”, ma è anche un richiamo a “limonka”, termine gergale russo che identifica la bomba a mano.

 

Qui ci interessa lo scrittore, che fornisce un’eccellente prova di se nel “Libro dell’acqua”. Scritto nel 2004, è una raccolta di memorie che hanno come filo conduttore appunto l’acqua. Mari, fiumi, laghi, fontane, bagni turchi fanno da scenario alle mirabolanti avventure del nostro (ricordate D’Annunzio?) che si gloria delle sue imprese guerresche e sessuali, da maschio alfa stracarico di testosterone. Ma, superato un iniziale fastidio e dopo essersi resi conto che al nostro piace un po’ esagerare, come lo spaccone che ogni bar che si rispetti può e deve vantare, quello che colpisce il lettore è lo stile della prosa di Limonov. Una prosa secca, diretta, efficace, scevra da ogni fronzolo e dritta all’essenziale. (Ecco, qui il paragone con D’Annunzio non regge più). Limonov tratteggia con poche e preci se parole personaggi e situazioni, senza per questo far perdere fascino alla sua prosa.  Due esempi, scelti tra i tanti: “Poi siamo partiti per Pietroburgo, dove pioveva.” “Ho bevuto vodka per amarla di più e più a lungo.”

E il vino?

Detto che il nostro preferisce la vodka e le uniche concessioni a qualcosa le riserva allo Champagne, è lo stile che mi ha colpito, per la sua sintetica precisione. La stessa precisione senza fronzoli che ormai sto ricercando (leggi qui) e che spererei di trovare al posto di inutili verbosità dannunzinane.

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